Tramutare i metalli in oro. Al popolino è sempre stata questa la favoletta ammannita per presentare lo scopo dell’alchimia, corretta soltanto se ci si ferma al piano materico: sì, come antenata della moderna chimica ha rivestito questo ruolo. Ma il suo spirito più verace era tutt’altro, eminentemente spirituale. Camminando a braccetto con la gnosi (eresia per gli Ebrei), sorta anch’essa in Egitto, prometteva di far accedere iniziaticamente l’essere umano a quella scintilla interiore capace di renderlo un dio, rifiutando le pubbliche dottrine disprezzate come false perché adatte alla gente comune. Lo gnosticismo di stampo cristiano, travasato nella Massoneria, fece il passo ulteriore di assimilare il Cristo risorto al Lucifero salvatore, in una inversione speculare rispetto ai dogmi della Chiesa. Fu tale ambiente a condire l’esperienza alchemica di Newton, convinto di poter individuare codici nascosti nella Bibbia grazie a rivelazioni esoteriche: l’Apocalisse, tuttavia, è una lunga serie di eventi non racchiudibili affatto in un unico anno.
La scienza segreta
Alcuni la chiamano scienza esoterica, altri scienza ancestrale: tutti sanno che si tratta dell’alchimia. Un’antica arte nata sulle sponde del Nilo, il cui nome deriverebbe dall’arabo al-kimiya, appunto la terra nera, il terreno fertile del suolo egiziano. L’arte di tramutare il piombo in oro, iniziaticamente l’arte della propria trasformazione interiore da uomo a dio.
Un processo di deificazione lungo e tortuoso, che nel corso del tempo ha affascinato uomini e donne di ogni cultura, anche nomi al di fuori di ogni sospetto; è questo il caso di Isaac Newton. Il padre della scienza moderna, o l’ultimo dei maghi?
Newton, il protagonista della grande controversia con Leibniz riguardo l’invenzione del calcolo infinitesimale, studiò a lungo e per tutta la sua vita la scienza esatta dell’alchimia, leggendo moltissimi testi antichi attinenti all’argomento. Non solo, infatti dedicava il suo tempo anche alla conduzione di esperimenti in prima persona: il mese di settembre di ogni anno lo trascorreva interamente chiuso nel proprio laboratorio. Una passione che, a causa dei fumi inalati, di certo non gli giovò alla salute, ma che è anche indice della sua grandezza: Newton, un uomo schivo, iracondo, litigioso, ma forse la più compiuta testimonianza della pacifica convivenza tra scienza e spiritualità. Figlio del suo tempo, molta attenzione la riservava alla lettura delle Sacre scritture, una lettura critica, che lo portò, con il tempo, a denunciare la corruzione di molti passi biblici, non tradotti fedelmente dall’originale. Il tempo non trascorso ad occuparsi di alchimia era tempo perduto ed anche la Bibbia veniva letta sotto questa luce: era talmente ossessionato dal calcolo matematico che all’interno del libro sacro trovò addirittura il codice per individuare l’anno dell’Apocalisse. Secondo i suoi calcoli, sarebbe avvenuta nel 2060.